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“IO MI SVEZZO DA SOLO. DIALOGHI SULLO SVEZZAMENTO”, LIBRO DI LUCIANO PIERMARINI

Ho letto “Io mi svezzo da solo! Dialoghi sullo svezzamento”, scritto da un famoso pediatra che scrive anche sulla rivista per genitori UPPA, quando già avevo avvicinato alla tavola le mie due bambine procedendo con autosvezzamento, non ne avevo quindi necessità o urgenza ma l’ho letto con molto piacere. Ve lo racconto brevemente.

Candida e Tranquillo

È un libro molto interessante e divertente, perché tra un capitolo e l’altro viene raccontata la storia di due genitori, Candida e Tranquillo (e non sono nomi a caso!), che sono alle prese con la crescita del proprio Baby, con l’idea di svezzamento che si avvicina e con il rapporto con il pediatra del proprio bambino.

Ci possiamo fidare?

Le battute che si scambiano i due genitori, e in cui molti di noi si ritroveranno, sono davvero rappresentative della difficoltà che troviamo oggigiorno nelle cose che dovrebbero essere le più semplici. Come crescere il proprio bambino dal punto di vista alimentare è una di queste. Le cose spesso sono davvero complicate, soprattutto perché abbiamo perso di vista proprio lui, il nostro bambino. Spesso non riusciamo a fidarci né di lui né di noi stessi come genitori, e decidiamo di delegare qualsiasi questione che lo riguardi ad “esperti” che ci dicano cosa è meglio fare, come e quando.

In realtà, se riuscissimo ad avere maggiore fiducia, oltre alle giuste conoscenze, non sarebbe affatto difficile crescere insieme a nostro figlio, e sarebbe anche molto più divertente, e meno ansiogeno!

Gioie e dolori dello svezzamento

Il dott. Piermarini fa un’analisi molto semplice ma allo stesso tempo dettagliata dei dubbi dei genitori, rispondendo ad essi con argomentazioni e informazioni su come affrontare questo momento temuto da molti genitori: lo svezzamento. Quando bisogna iniziare? Cosa offrire al proprio bambino? Come comportarsi con lui? Vengono trattati molti argomenti come le allergie, l’introduzione del glutine, dei vari alimenti più “preoccupanti”, e si parla delle origini antiche dello “svezzamento a richiesta”. Questo si contrappone a quello più “moderno” che è lo svezzamento che prevede varie pappette e preparazioni a parte per il nostro cucciolo d’uomo.

La prosecuzione dell’allattamento

Non è più pensabile, al giorno d’oggi, che i bambini vengano svezzati togliendo poppate, quindi sottraendo da un giorno all’altro il principale alimento del bambino, il latte, per sostituirlo con pappe.

Innanzitutto, perché il latte (sia materno che, in caso di mancato allattamento, quello artificiale) deve rimanere l’alimento da cui il piccolo trae la maggior parte del nutrimento almeno per il primo anno di vita. Inoltre, anche perché così facendo è come se si “costringesse” il bambino ad alimentarsi con altro cibo, e questo può essere molto controproducente, e far sviluppare un’avversione nei confronti del cibo. Molto interessante questo passo del libro:

“Ancora, provate a immaginare di tornare a casa, sapendo che quel giorno vi aspetta uno dei vostri piatti preferiti, come al solito magnificamente cucinato, già pregustandone gusto e aroma, come anche la pace e l’agio che abitualmente vi assicura per tutta la serata, e trovarvi di fronte, con lo stupore di chi crede di essere capitato in un altro mondo, una broda indefinibile, magari da tirar su con i bastoncini giapponesi. Che vi si spieghi o meno perché siate obbligati a ingozzarla, la vostra reazione sarebbe molto, ma molto più violenta di quella di Baby”.

“Il bambino è competente”!

Non dimentichamoci, poi, che il nostro bambino, per quanto piccolo, è molto competente. Come racconta Piermarini nel suo libro, sono stati fatti studi che dimostrano che il bambino, se ha libertà di scelta riguardo al cosa mangiare, naturalmente se si presentano solo alimenti sani e non industriali, sceglierà sempre un menu bilanciato, in modo da non avere problemi di intestino. Continuerà così a crescere secondo la propria curva di crescita, senza ingrassare o dimagrire. Questo dimostra che i bambini possiedono la capacità di regolare il proprio appetito in funzione dei reali bisogni del proprio organismo. Dobbiamo perciò permettere ai nostri bambini di scegliere personalmente gli alimenti di cui cibarsi, tra quelli che mangiano i genitori, naturalmente a patto che siano sani.

Il senso dello svezzamento

Svezzare un bambino (questo termine non mi piace molto, ma è quello che usano tutti) significa non togliere qualcosa, ma lasciare che sia il bambino, dai 6 mesi in poi, a decidere cosa mangiare e in che quantità. La fatica non deve essere sua, non ci devono essere rinunce, ma piuttosto siamo noi che, se ancora non lo facciamo, dobbiamo iniziare a mangiare bene, per poter offrire il meglio a lui e a noi.

In conclusione…

Insomma, consiglio questo libro a tutti i genitori che si affacciano al periodo dello svezzamento, perché è molto scorrevole e divertente e fa riflettere sia sullo scopo reale dello svezzamento, sia su come rendere questo passaggio il più facile possibile, per il bambino e per i genitori. Se lo avete letto, fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti qui sotto.

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